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Bali

BALI

molto più di un'estensione  mare

bali

Anche se l’isola è molto famosa in Italia, è ancora poco battuta dal nostro turismo, mentre altre nazionalità (come britannici e nord europei) sono ampiamente presenti. Proprio per questo merita una sezione a parte: è una ‘novità’ per il nostro mercato, che ha per anni prediletto le Maldive o le isole e coste africane più ‘vicine’ a noi (Kenya, Zanzibar, Madagascar).


A Bali si arriva solo col volo di linea facendo scalo da qualche parte in Europa o in Oriente;

richiede perciò più ore di volo, ma dà anche la possibilità di fare interessantissimi stop over

di alcune notti.
Non ci sono villaggi italiani (ancora) così come gli hotel sono poco abituati alla clientela nostrana. In altre parti del mondo questo sarebbe uno svantaggio, ma non a Bali: i turisti europei arrivati nel corso degli anni l’hanno tanto amata da non snaturarla, ma anzi hanno aiutato a preservare alcune aree intatte e, anche nelle zone più vocate al turismo, le peculiarità della cultura e società balinesi sono ancora vive e intatte.
Noi italiani esportiamo la nostra italianità prorompente, ma a Bali non serve: adattiamoci al loro stile di vita ed alla loro spiritualità!
Ed è proprio questa la parola magica: spiritualità, che deriva dall’essere gli unici induisti/animisti rimasti nel più grande paese musulmano al mondo: l’Indonesia. Gli stessi musulmani hanno riconosciuto la peculiarità di quest’isola, e non hanno cercato, come sempre fanno, di convertirla all’Islam.

Bali è così rimasta un baluardo tenace ed orgoglioso dello spirito indù e animista: la natura è aspetto del divino, la semplicità più pura è uno stile di vita, la gentilezza è un sincero modo di essere. E’ la patria del benessere ayurvedico, dello yoga e delle svariate discipline che ruotano attorno ad esso. E’ stata la meta degli hippie negli anni ’60 e ’70, trasformatisi poi nei patiti del surf degli anni ’80 e ’90 e nell’attuale cultura naturopata e olistica.
Bali è adatta a chi cerca atmosfere orientali autentiche senza dover andare in Tibet o in Nepal, a chi vuole divertirsi in un paradiso esotico in modo responsabile e rispettoso, a chi cerca un connubio ristretto tra vacanza mare e escursioni, a chi è un patito del benessere. E potrei continuare… ecco, faccio prima a dire a chi non è indicata: a chi cerca le spiagge dei Caraibi o il mare delle Maldive – le spiagge a Bali sono stupende ma i colori sono più dorati che bianchi, le palme sono rare e la barriera corallina è presente in abbondanza, ma non a 5 metri dalla propria camera!
Non commettiamo l’errore di pensare che Bali sia piccola quasi come gli atolli maldiviani:

l’isola è abbastanza grande, nel centro nord si trovano i principali siti di interesse storico e

culturale/religioso, mentre al sud le mete del turismo balneare: Jimbaran, una delle più

famose spiagge dell’isola insieme alla vicina Padang Padang; Kuta e Legian, capitali della

movida giovane e del surf; Seminyak, anche lei famosa per il divertimento ma più chic ed

esclusivo – qui troviamo i locali più eleganti dell’isola; sulla costa est il turismo è più rilassato:

si va dall’economica Benoa, a Sanur piena di localini sulla spiaggia e all’elegante Nusa Dua,

un’enclave chiusa per soli turisti, con strutture raffinate e atmosfera più chic.
La verità è che non starete fermi in un unico posto!
Perciò la soluzione migliore sarebbe quella di impiegare 2/3 notti per visitare Ubud ed in

generale la zona nord e centrale dell’isola (di interesse storico e naturalistico) per poi spostarsi

verso il mare, scegliendo la località

in base alle vostre preferenze, ricordando sempre che comunque vi muoverete. 

Per un’idea del percorso ‘discovery’ nel centro/nord cliccate qui


Anche per questo i resort all inclusive a Bali hanno poco senso: l’isola si vive girandola, mangiando nei ristoranti (ottimi) del posto, prendendo i taxi locali (non consiglio il mezzo proprio, sia per la guida inglese a sinistra, sia perché il traffico in alcune aree è davvero caotico e gli incidenti di lieve entità molto comuni) o le escursioni giornaliere. Per chi è più attivo si potrebbe pensare a 4/5 notti sulla costa est ed altrettante sulla ovest, in modo da limitare gli spostamenti.
Non dimentichiamoci infine che vicino a Bali (raggiungibili in traghetto o con escursioni private) ci sono altre famosissime e splendide isole:
Lombok e le Gili
Il soggiorno minimo a Bali è di 10 giorni, anche considerando il viaggio piuttosto lungo e le dimensioni dell’isola
La stagione migliore va da aprile ad ottobre, ma anche durante la stagione umida da ottobre a marzo è difficile trovare lunghe piogge torrenziali, sono più acquazzoni passeggeri; perciò mi sento di consigliare questa destinazione tutto l’anno.

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mappa di Bali

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